Rita Dalla Chiesa ha ottenuto ragione in Cassazione in un contenzioso sul tema della non assoggettabilità ad Irap dei compensi per l'attività di conduttrice televisiva per gli anni 2003-2007.

A difendere Dalla Chiesa sono stati Paolo Puri (nella foto) e gli avvocati Antonio Satta e Nicola Lucariello dello studio Puri Bracco Lenzi.

I giudici della Cassazione hanno riconosciuto che l'agenzia delle entrate non aveva fornito prove sufficienti a smentire l'inesistenza di un'autonoma organizzazione in considerazione della presenza di compensi a terzi.

Risulta confermato, si legge in un comunicato, "l'orientamento che per l'attività artistica, ai fini della ricorrenza del presupposto impositivo dell'autonoma organizzazione, non può ritenersi sufficiente la circostanza che il contribuente si avvalga di un'agente o di una società organizzatrice di spettacoli, se non accompagnata dall'accertamento della natura e della funzione del rapporto giuridico al fine di escludere una mera agevolazione delle modalità di espletamento dell'attività artistico professionale".

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